Con un toccante post sui suoi canali social, oggi Daniele Garozzo ha annunciato il ritiro dall’attività agonistica.
QUI IL COMMENTO DEL PRESIDENTE FEDERALE PAOLO AZZI.
Tutti, nel suo mondo della scherma italiana, lo salutiamo – e lo ringraziamo – così…
Grazie, Dani!
Il tuo sport non ha parola più pertinente da dirti che non sia questa. Grazie, Dott. Garozzo!
Perché sappiamo chi sei, cos’hai fatto e cosa rappresenterai ancora. Quindi, salteremo in fretta la fase più dolorosa. Non vogliamo (più) commuoverci né “incazzarci”. Abbiamo già fatto entrambe le cose, sentendoci abbastanza smarriti, leggendo le tue parole, sapendo che a Parigi ci andremo senza il nostro Capitano della squadra dei fiorettisti e schiumando rabbia perché i titoli di coda su questa carriera di fuoriclasse avresti voluto scriverli tu e a tuo modo, e invece ci ha pensato un referto medico. Proprio con te, che medico lo sei. Dà di matto, a volte, il destino. Più d’una punta di fioretto che “non s’accende” pure se arrivi al bersaglio dell’avversario con la lama piegata e che quasi si spezza, quando sei sul “14 pari”, e ti stai giocando tutto.
Fossi stato un altro, Dott., ci saremmo persi in lunghi preamboli, per “spiegare” nel timore di non esser capiti su un sacco di cose. E invece tu sai già tutto. Anche il senso di queste poche righe che il tuo mondo ti doveva. Per un milione di motivi. Un tributo a un Campione che ha scritto pagine di Storia nel nostro Sport, ma pure a un ragazzo semplice che con il suo vincere in pedana e fuori ha rappresentato un esempio lucente senza la pretesa di esserlo né essersi mai autoproclamato come tale, e però sapendo che sono stati gli altri, in tanti, tantissimi, a sceglierlo come modello che sognano d’emulare.
I numeri, che non mentono, raccontano: un oro e un argento individuali ai Giochi Olimpici, cinque titoli più tre argenti e altrettanti bronzi ai Mondiali, agli Europei 11 successi (di cui due individuali) con ancora sette secondi posti e altre tre volte sul terzo gradino, e poi 13 podi in Coppa del Mondo (con due vittorie) a restar solo a livello individuale, perché a contare pure i risultati a squadre nel circuito iridato fai più fatica che a tener il conto delle strisce pedonali in una città capoluogo.
E poi c’è il percorso parallelo: “Dual Career” la chiamano i bravi, ed è un convivere da subito con la necessità di tornare a casa dopo la scuola e fare i compiti in fretta, ché c’è da andare in palestra, come tu hai cominciato a fare nella tua Acireale (con il fratellone Enrico), continuando poi con il trasferimento a Frascati, nel mentre finivi il liceo, t’iscrivevi a Medicina, studiavi per diventare dottore e vincevi un’Olimpiade, e poi quasi un’altra, cinque anni dopo, mentre avevi già messo mano alla tesi, diventando il Dottor fioretto. Ci hai spiegato che se non avessi fatto scherma non ti saresti laureato in Medicina (l’hai fatto col massimo dei voti, e siccome sei il solito severo con te stesso ripeti pure che avresti dovuto metterci meno di dieci anni, e però sai che questa puntualizzazione è tra le poche cose che ti contestiamo…), ma anche che se non avessi studiato non saresti diventato Campione olimpico. Tra i tanti messaggi che lo sport lancia, forse è il più prezioso.
Capito perché sentiamo il dovere di dirti “Grazie”?! Perché il ragazzino con la faccia pulita che vinceva il GPG è rimasto se stesso, sempre. Amico di tutti, umile con tutti, in un tempo in cui ci si prende sul serio per molto poco, magari alla prima presunta valanga di like. Hai imparato, vinto, insegnato. Tracciato, seguito e indicato una strada. E noi siamo molto fieri d’esser stati tuoi tifosi, e d’esserci più o meno tutti, a turno, sentiti tuoi amici perché in gara, all’interregionale o all’Olimpiade non cambia granché, se tu incroci uno sguardo non aspetti il saluto, lo dai per primo. Anche se sei tu che ti chiami Dani Garozzo. O forse proprio perché sei Dani Garozzo!
Parliamo al presente, Dott., perché quanto ci brucia sapere di non vederti a Parigi, a inseguire – su tutti – quell’oro a squadre che “ti mancava”, è chiaro, però nei palazzetti ci si rivede comunque e poi il futuro è sempre oggi, soprattutto per quelli come te che si fermano al massimo il tempo di tirarsi su un calzino. Al diavolo i titoli di coda, la storia da Campione di Daniele Garozzo continua.
Intanto, grazie di tutto, Dott.! Già sai, e però ci tenevamo a (ri)dirtelo, che siamo tutti molto orgogliosi di te.